Il Campionato mondiale di calcio Uruguay 1930 o Coppa del mondo Jules Rimet 1930 è stato la prima edizione della massima competizione per le rappresentative maschili di calcio maggiori delle federazioni sportive affiliate alla FIFA. Trentaquattro opere per trentaquattro scudetti, curata dal critico d’arte Luca Beatrice, propose un parallelismo tra calcio e arte attraverso l’esposizione di opere, tra le altre, di Mario Schifano, Carlo Carrà, Marisa Mori, Carol Rama e Massimo Kaufmann; divenne l’unica correlata con l’argomento sportivo, inserita nella lista annuale delle mostre artistico-culturali più visitate a livello nazionale con oltre 30 000 presenze tra maggio e novembre di quell’anno. Tuttavia alla fine sono i toscani a spuntarla per tre punti di differenza (non mancano le polemiche a distanza per l’esito della partita decisiva Treviso-Livorno) e lo Spezia, sfiancato dal lungo duello a distanza con gli amaranto, maglia calcio a poco prezzo è clamorosamente eliminato ai play-off dalla più brillante Triestina. Tre giorni più tardi, il 13 luglio, nella tappa del Mont Ventoux, Pantani faticò nuovamente a tenere il ritmo dei migliori nelle fasi iniziali della salita, rimanendo ancora staccato; recuperati i battistrada (similmente a come fatto al Giro sull’ascesa dell’Izoard), scattò a ripetizione nella salita del «Monte Calvo», lasciando sul posto gli avversari.
Nonostante ciò, i tre giubbotti furono trovati nella stanza del residence dove il ciclista alloggiava; non è appurato chi li portò, dal momento che vi si era diretto solo il 10 febbraio. Infatti, mentre la «Cima Coppi» è il passo più alto percorso dal Giro, la «Montagna Pantani» è la salita più impegnativa e significativa della manifestazione. Il Tour di quell’anno fu l’ultimo che vide ai nastri di partenza Marco Pantani, la cui squadra nelle successive edizioni non fu più invitata dal patron della kermesse, Jean-Marie Leblanc: a suo dire, infatti, il Pirata non avrebbe offerto sufficienti garanzie di competitività. Nei giorni dopo il Ventoux, infatti, Armstrong e Pantani continuarono a darsi battaglia sulle salite alpine, non lesinando schermaglie verbali e dichiarazioni al vetriolo. Galvanizzato da una classifica notevolmente migliorata, Pantani si ripeté ancora all’indomani, nella tappa con arrivo a Courchevel: ai suoi primi attacchi, arrivati a 16 km dall’arrivo, risposero Virenque (staccatosi presto), Armstrong e, successivamente, anche Heras e Javier Otxoa.
Il 15 luglio, sull’Izoard, si ripropose il duello del Ventoux: Pantani e Armstrong provarono a staccarsi l’un con l’altro senza riuscirci. Il solo Armstrong, in maglia gialla, lo riprese a 5 km dall’arrivo e provò a staccarlo, ma Pantani resisté al forcing del campione in carica, arrivò in vetta appaiato a lui e tagliò per primo il traguardo. D’altra parte, anche molti altri uomini di classifica andarono in crisi in quella tappa, proprio per l’eccesso di foga e gli enormi sforzi psico-fisici profusi nel ricucire il distacco tra il gruppo maglia gialla e il fuggitivo Pantani; lo stesso Armstrong, che aveva messo il gruppo alla frusta per inseguire il suo antagonista, sarebbe arrivato al traguardo molto provato, con oltre 2′ di ritardo dal vincitore Virenque e dopo esser stato attaccato da tutti gli altri avversari. Inizialmente in ritardo di condizione sugli Appennini per via della lunga inattività, venne fuori alla distanza e si distinse in particolare sul Monte Zoncolan, maglia da calcio piu bella del mondo dove fu l’unico a reagire all’attacco sferrato da Gilberto Simoni. Il primo è in località Cippo, ai piedi del Monte Carpegna: su questa salita, proposta diverse volte nell’itinerario del Giro d’Italia, Pantani era solito allenarsi in preparazione delle grandi corse a tappe.
Nel marzo del 2000, con una lettera aperta, annunciò di volersi allontanare a tempo indeterminato dalle corse. L’Europa era gravemente provata dalle distruzioni provocate dalla Seconda guerra mondiale e, durante una conferenza in Lussemburgo il 26 luglio 1946, il Brasile si candidò, unico paese, come organizzatore per il 1950, ripresentando la stessa proposta che aveva già avanzato per l’edizione cancellata del 1942. La FIFA accettò quasi subito, esorcizzando così la concreta paura che il torneo potesse cadere nel dimenticatoio. La permanenza in Serie B dura l’arco di un biennio; nel torneo 1992-1993 la squadra si salva in extremis. Nel 1992 è stato prestato alla Fiorentina per partecipare all’edizione annuale del Torneo di Viareggio. Il Pirata riposa nel cimitero di Cesenatico, in un’edicola decorata da una vetrata artistica riproducente un particolare del Compianto su Cristo morto di Alessandro Tiarini. Giuseppe Martinelli, convinto che una vittoria alla Grande Boucle, alla Vuelta o ai Campionati del mondo di Verona avrebbe fugato ogni polemica sul Pirata. Madonna di Campiglio, quando il Pirata era lanciato verso la vittoria finale; il pregiudicato, appartenente a un clan della camorra napoletana, gli avrebbe consigliato di scommettere sulla sconfitta di Pantani, assicurandogli «Il Giro non lo vincerà sicuramente lui».